La pandemia di COVID-19 ha lasciato segni profondi in tutta Italia, colpendo duramente alcune regioni sia per l’alto numero di contagi sia per le criticità nella gestione dell’emergenza sanitaria. In numerosi casi, i familiari delle vittime hanno intrapreso azioni legali nei confronti di ospedali e residenze sanitarie assistenziali, accusando le strutture di non aver garantito adeguati livelli di protezione e prevenzione. Le richieste di giustizia e i risarcimenti ottenuti hanno evidenziato falle importanti nel sistema sanitario.
Uno degli episodi più noti riguarda la città di Bergamo, considerata l’epicentro della prima ondata nel marzo 2020. Gli ospedali, sottoposti a un carico insostenibile, si sono trovati a gestire pazienti COVID e non COVID senza separazione tra i reparti, favorendo la rapida diffusione del virus. Alcune famiglie, riuscendo a dimostrare che l’infezione era stata contratta all’interno delle strutture, hanno ottenuto risarcimenti significativi per negligenza nella gestione della pandemia.
Anche a Milano, una residenza sanitaria assistenziale è finita sotto indagine per gravi carenze organizzative. La mancanza di dispositivi di protezione per il personale e l’assenza di protocolli di isolamento per i casi sospetti hanno causato la trasmissione del virus tra gli ospiti più vulnerabili. La struttura, pur di evitare un procedimento penale lungo e complesso, ha deciso di patteggiare un risarcimento con le famiglie colpite, riconoscendo la propria corresponsabilità.
In Veneto, un paziente ricoverato per un intervento non legato al COVID-19 ha contratto il virus proprio durante la degenza ospedaliera, con esito fatale. La famiglia ha dimostrato che il contagio era riconducibile alla mancata applicazione dei protocolli di sicurezza, ottenendo così un risarcimento riconosciuto in sede giudiziaria.
Anche in Piemonte si sono verificati numerosi casi all’interno delle RSA. Le denunce hanno riguardato soprattutto la carenza di misure preventive, tra cui l’assenza di quarantena per i nuovi ingressi e l’inadeguata protezione degli operatori. Alcuni giudici hanno condannato le strutture al pagamento di risarcimenti, sottolineando la responsabilità delle RSA nella diffusione del virus tra gli ospiti anziani.
In Emilia-Romagna, un paziente ricoverato per una patologia non collegata al COVID-19 ha contratto l’infezione in ospedale. I familiari sono riusciti a dimostrare la correlazione diretta tra il contagio e l’assenza di misure di contenimento, ottenendo un risarcimento per i danni subiti. Anche le RSA della regione sono state coinvolte in procedimenti legali simili, confermando un quadro diffuso di criticità nella gestione dell’emergenza.
Questi casi rappresentano solo una parte delle numerose vicende emerse negli ultimi anni. Il tema dei risarcimenti e delle responsabilità sanitarie legate al COVID-19 resta estremamente complesso e attuale. Nella seconda parte dell’approfondimento verranno analizzate nel dettaglio le singole situazioni regionali e le motivazioni giuridiche che hanno portato al riconoscimento dei risarcimenti.