Se ti è capitato di affrontare un processo civile, sai bene quanto le spese legali possano incidere sull’esito finale, sia che tu abbia vinto o perso. E proprio su questo tema arriva una nuova ordinanza della Corte di Cassazione (Sezione Terza Civile, n. 8419 del 31 marzo 2025) che chiarisce un aspetto cruciale: come devono essere calcolate le spese processuali secondo il DM 55/2014.
📌 Il punto centrale?
Il giudice non è obbligato ad applicare i valori “medi” previsti dal decreto ministeriale, ma può muoversi liberamente tra il minimo e il massimo indicati nelle tabelle. Questo margine di manovra, però, non è arbitrario: se decide di scostarsi ulteriormente da questi parametri, deve spiegare chiaramente il perché. La motivazione è infatti necessaria per garantire trasparenza e controllo sul criterio adottato.
🎯 Cosa significa per te?
Che in caso di condanna alle spese (o se stai chiedendo il rimborso come parte vincitrice), puoi contestare una liquidazione che non sia ben motivata o che si discosti troppo dai parametri senza spiegazioni valide. Allo stesso tempo, puoi ottenere un compenso maggiore se il tuo avvocato riesce a dimostrare la complessità o l’importanza della causa.
💡 In sintesi:
Il giudice non è vincolato ai valori medi del DM 55/2014.
Può stabilire l’importo tra minimo e massimo, anche oltre, ma solo se motiva la scelta.
La motivazione serve a rendere verificabile e giustificato lo scostamento.
📞 Hai un contenzioso in corso o da poco concluso? Verifica se le spese sono state liquidate correttamente: potrebbe esserci margine per una revisione.