Hai ammesso un debito? Attenzione: anche una frase detta può valere come riconoscimento!

Se ti è mai capitato di dire “sì, ti devo dei soldi” o di ammettere un debito in una conversazione o in un messaggio, potresti aver compiuto un vero e proprio atto giuridico, anche senza rendertene conto. A dirlo è la Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 8304 del 29 marzo 2025, che fa chiarezza su cosa si intende per dichiarazione di riconoscimento del debito.

📌 Cosa dice la Cassazione?
Quando riconosci il diritto di credito di qualcun altro – cioè ammetti che gli devi qualcosa – stai facendo una dichiarazione di scienza, non un contratto. Non serve firmare nulla, né avere intenzioni particolari: basta che il tuo gesto o le tue parole dimostrino consapevolezza del debito e che questo riconoscimento sia volontario.

🛑 Attenzione, quindi!

  • Il riconoscimento non è un accordo: non ha bisogno di accettazione.

  • È un atto giuridico vero e proprio, anche se implicito.

  • Non serve un’intenzione esplicita di voler “riconoscere” il debito: conta la consapevolezza.

  • Può valere anche una frase, un messaggio o un comportamento.

💬 Esempio pratico?
Un semplice “appena riesco ti restituisco” può essere considerato una dichiarazione valida che conferma l’esistenza del debito.

📣 Morale della favola:
Fai attenzione a ciò che dici o scrivi quando si parla di soldi. Una frase apparentemente innocua può trasformarsi in una prova giuridica del tuo debito, anche senza un contratto firmato.

Se hai dubbi su una conversazione o vuoi capire se c’è stato un vero riconoscimento di debito, meglio parlarne con un legale: la legge, a volte, ascolta più di quanto pensi.